Il presente in un caleidoscopio
Norma,
Questo pensiero condivide un ragionamento di Jeffery Keedy dalle pagine di Emigre 47 1 sul designer nell’era postmoderna. Il graphic design, scrive, è stato praticamente squalificato per la sua natura effimera da ogni seria considerazione come esercizio culturale di una certa importanza. Guardando alla maggior parte del graphic design di oggi, aggiunge, si potrebbe concludere che i graphic designer siano dei dodicenni con un disturbo dell’attenzione.
Passati 22 anni, il 2020 ha offerto un territorio finora mai esplorato in cui esprimere quella “corrente di mediocrità del pop”. Pur con un ritardo di un paio di mesi rispetto all’effettivo inizio della tragedia (poco importa finché rimaneva in Cina), nel momento in cui l’epidemia di COVID-19 ha iniziato a diventare rilevante nella globalità occidentale la risposta della bolla autoreferenziale del design non ha tardato a farsi sentire.
“I grafici diventano creativi per diffondere consigli utili durante l'epidemia di coronavirus”, 2 seguono 10 dei migliori esempi. “Guarda questi loghi famosi reinventati per l’epoca del coronavirus”: 3 migliaia di like. “Un colouring book per la quarantena”: 4 divertimento per tutta la famiglia. “In risposta alla crisi sette creativi disegnano un arcobaleno”. 5 Sembrerebbe che l’intero settore professionale abbia risposto a una sorta di chiamata ai pastelli colorati. Una crociata formalizzata nella proliferazione di immagini che invitano allo stare a casa, al lavarsi le mani e al mantenere il famoso “social distancing”.
Avvertendo l’irrilevanza della loro professione questi designer corrono a inventarsi gallerie di poster 6 da stamparsi a casa o da condividere sui social network, pur di veder giustificata la loro utilità al di fuori dell’essere un servizio del capitalismo come tanti altri. Poiché questi progetti non escono mai dall’ambiente ristretto del graphic designer che frequenta Instagram, la conferma tanto ambita non è poi niente più che una serie di pacche sulle spalle fra colleghi.
Nessun poster salverà vite, nessuna di queste immagini “farà la differenza”. Sembra sufficiente un bel font per ricordarsi di lavarsi spesso le mani (mentre il 30% del pianeta non ha accesso all’acqua corrente). La massima utilità di questi progetti è che gli autori sono rimasti a casa nel svilupparli. Anzi, la stessa possibilità di rimanere a casa è un privilegio di cui molte altre categorie di lavoratori non possono vantarsi. Il resto è solo un goffo tentativo autopromozionale.
Non importa, il pensiero è unico e compatto: “attraverso immagini forti e concise possiamo trasmettere un senso di responsabilità in una crisi globale” 7, l’unico punto di vista alternativo è l’astensione. Da una professione che si immagina di avere un peso culturale, sociale e politico ci si aspetterebbero veri e propri progetti utopici di riorganizzazione di una futura società che non deve più temere che una pandemia possa far collassare il proprio castello di carte economico.
Invece ci vengono proposte maschere in plastica open source 8 e gif di virus umanizzati: il graphic design non serve certo a scoprire vaccini ma la rappresentazione del presente che si trova quotidianamente su Instagram è ancora più deludente. Il puritanesimo del politicamente corretto impone in ogni caso di misurare la propria morale nel realizzare un finto poster, allora l’abbiamo fatto anche noi.
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1
Mr. Keedy: “Graphic Design in the Postmodern Era”. Emigre 47, 1998. (emigre.com)
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2
Natashah Hitti: “Graphic designers get creative to circulate helpful advice during coronavirus outbreak”. Dezeen, marzo 2020. (dezeen.com)
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3
Lilly Smith: “See famous logos get reimagined for the coronavirus age”. Fast Company, marzo 2020. (fastcompany.com)
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4
“Un colouring book per la quarantena”. Frizzi Frizzi, marzo 2020. (frizzifrizzi.it)
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5
Ruby Boddington: “In response to the crisis, seven creatives draw rainbows to signify this storm will pass”. It's Nice That, aprile 2020. (itsnicethat.com)
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6
“Stay Sane / Stay Safe”. (stay-sane-stay-safe.com)
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7
Natashah Hitti, ibid.
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8
“foster + partners shares template for a reusable face visor to aid the fight against COVID-19”. Designboom, aprile 2020. (designboom.com)
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