Un sito che funziona su ogni browser
Si è già scritto in altre occasioni della necessità di rendere i siti accessibili e del peso ambientale che ha Internet, e dalla volontà di sperimentare in prima persona i testi è nato un progetto di revisione del sito di Norma creato nell'estate 2018 che non toccasse solo l'aspetto visivo ma soprattutto quello tecnologico. Benché le pagine fossero già molto leggere rispetto alla media grazie alle tecniche di dithering applicate a tutte le immagini, lo stesso non si poteva dire del sistema di generazione lato server. Un'istanza Node.js collegata con Contentful rendeva sicuramente molto comoda la gestione della doppia lingua e la distribuzione sull'ora defunto network dat (che Beaker ha recentemente ricostruito con hypercore), ma era un controsenso rispetto allo spirito "low tech".
In assenza di vere funzionalità interattive in tempo reale, o di dati complessi da visualizzare, è stato chiaro che pure pagine html statiche erano più che sufficienti allo scopo di trasmettere l'informazione contenuta su questo sito web. Perciò eleventy.js è stata una scelta più che logica, permettendo la pre-generazione tramite node.js di tutte le pagine html necessarie, poi distribuite senza l'uso di alcuna piattaforma di backend.
Non basta, la sfida interessante è andare radicalmente controcorrente rispetto alla tendenza di ingegnerizzare più del dovuto prodotti che potrebbero essere molto più semplici. Visto che la sintassi di HTML non è troppo cambiata dal suo concepimento negli anni '90, è possibile fare in modo che un sito sia accessibile anche da un browser del 1996? Sì, pur con alcuni accorgimenti.
- Il primo problema è l'introduzione di nuovi tag da parte di HTML5 e lo spostamento delle indicazioni sulla formattazione del testo da HTML a CSS. Sarebbe molto sconveniente scrivere un sito moderno con vecchi standard come HTML3, non perché i browser moderni non siano in grado di leggerlo, ma perché si perderebbero troppe opportunità di ottimizzazione per motori di ricerca. Quindi la soluzione è stata generare due siti, uno per i browser contemporanei e l'altro che coprisse tutti i browser usciti nei primi 15 anni di vita di Internet — uniformando quindi l'estetica a quella che risultava "di default" dai primi browser, secondo il principio di evitare la scelta grafica già espresso in Nulla di speciale.
- In secondo luogo con tutti i vantaggi di sicurezza portati dalle nuove versioni di TLS su connessioni https, la larga adozione di redirect automatici da http a https è identificabile come chiara volontà di rendere obsolescenti browser e sistemi operativi che non sono in grado di elaborare la crittografia contemporanea. Questo esperimento dimostra infatti come sia perfettamente possibile trasmettere la stessa informazione anche attraverso un browser di 25 anni fa, se non fosse per la barriera artificiale creata dall'uso di https. Barriera in realtà superabile anche in modo automatico: nel caso di Norma, un worker Javascript è attivo prima della distribuzione del sito e si occupa di leggere la versione di HTML comprensibile da ogni browser richiedente una pagina, reindirizzando a https solo i browser più nuovi, fornendo invece il sito semplificato ai più vecchi.
Ci sono tante cose che un Thinkpad del 1996 non è in grado di fare rispetto a un computer del 2022, ma alcune azioni non sono mai cambiate: da scrivere testi a navigare Internet in cerca di informazioni da leggere.